Nutrigenetica

DNA

Un approccio innovativo

La nutrigenetica consiste nello studio dei geni al fine di indirizzare il paziente nelle scelte nutrizionali in base al proprio DNA. La variabilità genetica individuale infatti determina come i nutrienti vengono assimilati, metabolizzati, accumulati e infine eliminati.

Partendo dalle differenze genetiche si riesce a delineare una nutrizione personalizzata allo scopo di ottenere una effettiva terapia dietetica «salutare» in grado di prevenire o ritardare l’insorgenza di patologie correlate all’alimentazione.

Questo approccio innovativo permette di ottimizzare l’alimentazione ottenendo i massimi benefici riducendo i fattori negativi.

La nutrigenetica è l’approccio innovativo dello studio del paziente in base alle sue caratteristiche genetiche e si basa sui seguenti concetti:

  • gli alimenti possono esercitare a livello del genoma umano effetti diretti o indiretti, alterando l’espressione e/o la struttura dei geni (epigenetica);
  • la dieta può rappresentare uno strumento di prevenzione per numerose patologie;
  • la dieta può influenzare il bilancio salute/malattia un intervento nutrizionale basato sulla conoscenza del genotipo e dello stato di nutrizione dell’individuo può essere usato per prevenire o curare le patologie.

È possibile individuare i vari profili genetici, a seconda dell’ambito di interesse, grazie ad esami specifici.

Intolleranze alimentari

L’intolleranza alimentare è una reazione avversa del nostro organismo verso determinati alimenti.

Le intolleranze presentano una manifestazione più subdola rispetto alle allergie: provocano malessere generale, disturbi di natura intestinale, come diarrea e meteorismo; manifestazioni dermatologiche, come eruzioni cutanee ed eczemi oppure cattivo assorbimento dei nutrienti con conseguente stanchezza, emicrania o valori ematici alterati.

I test genetici non hanno controindicazioni, i risultati restano costanti nel tempo per cui non è necessario ripeterli nel corso della vita, non sono influenzati né dalle abitudini alimentari né da farmaci assunti e non necessitano di alcuna preparazione all’esecuzione dell’esame.

I test si possono eseguire mediante un semplice tampone buccale.

Intolleranze al Glutine

Glutine - Celiachia

La celiachia è una patologia autoimmune, indotta da una reazione immunitaria, a livello dell’intestino, verso una proteina del glutine contenuta nel grano, nell’orzo e nella segale.La malattia celiaca può portare a sintomi che possono essere debilitanti come diarrea, anemia con o senza carenza di ferro.

La malattia celiaca si manifesta in soggetti geneticamente predisposti

I familiari di primo grado (figli, fratelli/sorelle, genitori) dei pazienti celiaci presentano un rischio di sviluppare una malattia celiaca pari a circa il 10 – 15% in più, rispetto alla popolazione generale.

E’ importante sottolineare che il non riscontro delle varianti d’interesse esclude quasi totalmente la possibilità di sviluppare nel tempo la malattia celiaca.
La presenza invece di una o più varianti sfavorevoli documenta la predisposizione genetica all’intolleranza al glutine e, quindi, la necessità di controllare i marcatori sierologici per la celiachia Qualora ci sia un esito di predisposizione alla patologia si consiglia di valutare un iter diagnostico e/o terapeutico con un medico specialista.

Intolleranze al Lattosio

Intolleranza al lattosio
L’intolleranza al lattosio, la più comune intolleranza enzimatica, (ne soffre circa il 70% della popolazione mondiale), è l’incapacità di digerire lo zucchero presente nel latte. Prima di essere utilizzato dall’organismo il lattosio deve essere scisso in due zuccheri semplici: il glucosio e galattosio. Per effettuare questa operazione è necessario l’enzima lattasi.

La sintomatologia è dose-dipendente: maggiore è la quantità di lattosio ingerita, più evidenti sono i sintomi.

Il test per l’intolleranza al lattosio indica se il soggetto presenta o potrà sviluppare una riduzione dell’attività dell’enzima lattasi su base genetica.

Il test può dare informazione sulla possibilità di andare incontro a un malassorbimento primario, ma non può verificare la predisposizione a un malassorbimento ‘secondario’ causato da un danno alla mucosa dell’intestino, ad esempio causato dal morbo di Crohn.

Il test genetico si differenzia dal Breath test in quanto quest’ultimo verifica se è presente malassorbimento per il lattosio, ma non è in grado di dirimere se la causa è genetica o secondaria. Per il test genetico non è inoltre richiesta preparazione e il risultato non è influenzato da fattori esterni e abitudini di vita.

Intolleranze al Fruttosio

Banana
L’intolleranza al fruttosio è una patologia che impedisce di mangiare frutta, verdura e in generale alimenti contenenti fruttosio.

L’unico trattamento della malattia consiste nel seguire una dieta strettamente priva di questo zucchero, in modo da minimizzarne la presenza nell’organismo.

Dopo l’ingestione di fruttosio, possono presentarsi sintomi come gonfiore, nausea, vomito, diarrea, dolori addominali e ipoglicemia.

Normalmente si manifesta durante l’infanzia, quando il bambino mangia frutti o dolciumi, e può mostrare anche segni di minore crescita. Un consumo costante di fruttosio porta a danni epatici e renali: possono svilupparsi ittero, epatomegalia o anche cirrosi, fino ad arrivare a sintomatologie molto più gravi.

Intolleranze alla Caffeina

Tazzina di caffè

La caffeina è una sostanza rinomata per la sue proprietà stimolanti ed è contenuta prevalentemente in caffè, tè e cioccolata.

Uno degli effetti più conosciuti della caffeina è la sua capacità di agire come eccitante in grado di “ritardare” in maniera temporanea la sensazione di fatica, di migliorare i riflessi e la capacità di concentrazione, e di avere una blanda azione analgesica.

Sono presenti varianti del gene che riguardano la metabolizzazione della caffeina nell’organismo. Una variante codifica l’enzima che metabolizza la caffeina in maniera rapida, mentre un’altra variante metabolizza in maniera lenta.

Gli individui che possiedono due copie dell’allele per la metabolizzazione rapida sono metabolizzatori veloci della caffeina, mentre le persone che presentano anche solo una copia dell’allele per la metabolizzazione lenta sono metabolizzatori lenti.

Il test è in grado di identificare la predisposizione di un individuo ad essere un metabolizzatore veloce o lento soprattutto in un’ottica di prevenzione di possibili patologie o disturbi.

I metabolizzatori lenti devono monitorare la dose quotidiana, se risulta eccessiva infatti (più di 2 o 3 tazze di caffè o 200 mg di caffeina a l giorno) possono avere effetti negativi sul loro organismo incluso un aumentato rischio di infarto.

Sensibilità al Nichel

Il nichel è un metallo utilizzato per la fabbricazione di articoli di bigiotteria, oggetti metallici in genere, coloranti per alimenti, detersivi, saponi e cosmetici.

Gli alimenti però rappresentano la principale fonte di contatto con nichel e ne sono particolarmente ricchi i prodotti vegetali. Tra gli alimenti di derivazione animale le uova sono quelle a più alto contenuto.

Le reazioni di ipersensibilità al nichel sono di varia natura: cutanee (dermatiti) o sistemiche (gonfiore addominale, nausea, mal di testa).

Sensibilità all’ Alcol

Cocktail

L’alcol etilico, oltre all’acqua, è il principale componente delle bevande alcoliche. La sensibilità all’alcol nasce dall’incapacità di metabolizzare correttamente le quantità assunte a causa di un difetto genetico che limita la produzione degli enzimi coinvolti nel processo.

I segni e sintomi più comuni di sensibilità all’alcol sono congestione nasale e arrossamento della pelle.

Per questi motivi il test può aiutare a capire se si ha una difficoltà a metabolizzare l’etanolo e se si ha un’aumentata tendenza al consumo di alcolici.

Sensibilità ai Solfiti

Nell’industria alimentare i solfiti vengono utilizzati in grande quantità come conservanti per evitare lo scolorimento o impedire la crescita dei microorganismi. Sono presenti nel vino, bevande alcoliche, i prodotti da forno (pane, biscotti, crackers), frutta secca, marmellate, gelatine, sciroppi, succhi di frutta, pesci, crostacei, molluschi, insaccati, conserve, patate e prodotti derivati (patatine surgelate, purea), verdure conservate o surgelate, conserve di pomodoro, caramelle e merendine confezionate.

Vi è l’obbligo di inserire in etichetta la presenza di solfiti solamente se il prodotto presenta concentrazioni superiori a 10 mg per litro/kg. Ciò significa che i solfiti potrebbero non comparire sull’etichetta di alcuni prodotti trattati con solfiti.

Dimagrante

Il dimagrimento è un processo metabolico complesso e caratteristico di ciascun individuo. Non esistono infatti diete universali capaci di far perdere peso con la stessa efficacia per tutti.

Vi sono soggetti che tendono a ingrassare quando assumono certi cibi, mentre altri, a parità di cibo assunto, tendono ad aumentare di peso con minor facilità. Molte delle risposte fisiologiche all’alimentazione sono determinate dalle caratteristiche genetiche della persona.

Conoscere queste caratteristiche individuali permette di capire come poter raggiungere il proprio peso forma più rapidamente e come mantenerlo più facilmente.

Salute

L’alimentazione è la principale componente ambientale con cui il nostro organismo interagisce per tutta la durata della sua vita. Le modalità con cui gli alimenti interagiscono con il nostro organismo dipende fortemente dalle nostre caratteristiche genetiche individuali.

L’alimentazione in base ai propri geni può infatti costituire la prevenzione di moltissime patologie e permettere il mantenimento dello stato di salute ottimale riuscendo a compensare piccole carenze metaboliche o evitando di aggravare, con scelte sbagliate, alcuni aspetti già critici della nostra fisiologia.

Prenota l’esame genetico del microbiota intestinale

Etta Finocchiaro
Dott.ssa Etta Finocchiaro

Medico Chirurgo Specialista in Dietologia e Scienza dell’Alimentazione

Contatta la dottoressa