Attività fisica
Il corpo, quando è a riposo, utilizza per produrre energia gli zuccheri come il glucosio e glicogeno e questo succede anche in caso di sforzi fisici “brevi” ciò per durate inferiori ai 30 minuti.
In caso di attività fisica oltre 30 minuti e con frequenza di almeno 2-3 volte alla settimane costantemente invece, utilfloizza i depositi di acidi grassi contenuti nelle cellule adipose, ed è per questo che lo sforzo favorisce la perdita di tessuto adiposo. I soggetti in sovrappeso o obesi, non praticano un’attività fisica regolare, vanno incontro a un calo del metabolismo basale e quindi a una perdita di massa magra, che viene sostituita da massa grassa, peggiorando la situazione.
L’esercizio fisico, oltre ad incrementare progressivamente il metabolismo a riposo, influenza anche la produzione di calore indotta dagli alimenti. Questo fenomeno, estremamente interessante sotto il profilo scientifico, è mediato da una serie di segnali ormonali specifici. In particolare l’attività fisica regolare agisce direttamente sulla corticotropina (CRF), che induce una riduzione delle calorie introdotte e un aumento del consumo di energia, al contrario del neuropeptide Y, che ha un’attività diametralmente opposta.
Con l’esercizio fisico, quindi, si favorisce la sintesi di CRF e si consumano più calorie.
National of Health
Le Linee Guida espresse dal National of Health di Bethesda riportano che l’aumento dell’attività fisica, da solo o in associazione a un trattamento dietetico, consente di creare un deficit nel bilancio calorico e quindi di favorire il calo di peso.
In particolare, con l’attività fisica si può ottenere un calo del 2-3 per cento del peso e dell’indice di massa corporea;
un’attività fisica regolare favorisce la perdita del grasso intraddominale considerato particolarmente a rischio per la salute.
L’attività fisica regolare nelle persone obese e in sovrappeso aumenta le prestazioni cardiorespiratorie indipendentemente dalla perdita di peso e rappresenta un fattore protettivo per le malattie cardiovascolari e il diabete, sia in termini di mortalità che di morbilità. In particolare, agisce abbassando la pressione arteriosa e i valori dei trigliceridi nel sangue, aumentando il colesterolo HDL e migliorando la tolleranza al glucosio.
Inoltre una regolare attività fisica determina ripercussioni positive sulla qualità della vita e sull’umore del soggetto.
La riabilitazione motoria è parte integrante del programma di terapia, infatti senza un’adeguata attività motoria non è possibile controllare il peso corporeo nel lungo periodo. Le aree di intervento sono:
- Attività motoria spontanea.
- Attività motoria programmata.
- Terapia motoria individualizzata e assistita.

Dott.ssa Etta Finocchiaro
Medico Chirurgo Specialista in Dietologia e Scienza dell’Alimentazione